LA MERIDIANA DELLE FRAGOLE di Benedetta Tarducci

La bacchetta si stava via via caricando, acquistava potere, in armonia con i Quattro Elementi e con le mie frequenze personali. Sì, poteva definirsi magica.

Sentivo che non ero sola.

«Ti aspettavo.»

Riconobbi subito la voce. «Cloe!»

«Vedo che ti sei finalmente ricordata il mio nome…» disse mentre si avvicinava lentamente.

«Credo di averlo sempre saputo… ma chi sei veramente?»

«Quello che sei anche tu. Scegli la definizione che preferisci… creature del Regno di Mezzo, abitanti dei mondi elementali o semplicemente Fate… non ha importanza.»

«Io… una Fata! Beh… non mi ci vedo proprio a svolazzare tra i fiori spargendo polvere magica!»

«Non è forse quello che hai appena fatto?»

Ero sempre più confusa. «Ma perché proprio io?… Una persona razionale, pratica, scettica per natura!»


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«Perché sei comunque riuscita a mantenere il cuore aperto, umile e innocente come quello di un bambino. Hai conservato la capacità di comunicare con gli eterei Spiriti della Natura in armonia con la Madre Terra…»

«Io?»

«Tu» disse subito. Mi fissava immobile, in piedi in mezzo al giardino. Sorrideva. «Neanche ti accorgi del potenziale che hai… ho percepito le tue vibrazioni fin dall’inizio… poi… ricordi durante il Solstizio… la danza dei fiori?»

«Sì.»

«Stavi fondendo il tuo Io interiore con la Natura, comunicavi con Lei… solo uno Spirito benevolo può fare tanto… In quell’istante non ho avuto più dubbi! Così ti ho dato una mano a scoprire la tua vera essenza!»

«La mia vera essenza…!» Mi guardai attorno senza riuscire a mettere a fuoco nulla, mentre con le dita tormentavo il cinturino dell’orologio. «Praticamente uno schiaffo ad anni di studi!»

«Ma no!» continuò lei. «Al contrario! Proprio la tua formazione scientifica dovrebbe renderti più semplice comprendere ed accettare tutto questo! Prendilo come una specie di esperimento! Abbi il coraggio di provare senza dare nulla per scontato aprioristicamente, riconoscendo le cose per quello che sono, senza volerle razionalizzare a tutti i costi.»

«Spiegati meglio…» La cosa si faceva interessante.

«Sai perfettamente che la realtà non è un dato di fatto inconfutabile, ma dipende da chi la osserva.»

«Adesso scomodiamo anche la Meccanica Quantistica?»

«Esatto. La giustificazione più importante ci arriva proprio dalla Fisica, dalla ricerca stessa delle Leggi che regolano l’Universo. Come sai, tutte le cose sono composte di Energia e…»

«…e se tra l’osservatore e l’oggetto osservato vi è dipendenza reciproca, questo significa che gli esseri umani sono in grado di interagire con l’Energia stessa che pervade l’Universo, fino al punto di poterla dirigere e governare» conclusi. «È questo che mi stai dicendo?»

Si illuminò. «È questo! È esattamente ciò che intendevo! Noi non siamo altro che antenne riceventi ed emittenti e le bacchette, prolungamento ideale della nostra punta, ci aiutano a dirigere, creare ed acquisire Energia dall’Aria.»

«Mmm…» Ero di nuovo confusa. «Mi sembra tutto così assurdo!»

«Ma se anche la Scienza, la quale per secoli si è accanita contro idee filosofiche e religiose fondate su concetti astratti, energie o quant’altro, ha dovuto ricredersi, non vedo perché non possa farlo tu…»

Restai in silenzio, sfiorai la bacchetta con la mano e mi girai di nuovo verso la meridiana che, rischiarata dalla Luna delle Fragole, aveva assunto anch’essa una tonalità rosata.

«Ammettiamo pure che io non stia sognando e che accetti tutto questo. Cosa succede adesso? Cosa devo fare?»

«Semplicemente continuare ciò che hai sempre fatto. Il nostro compito è nutrire lo Spirito della Fanciullezza in tutto l’Universo, ritrovare quella conoscenza segreta delle meraviglie che sgorgano dai mondi interiori della Natura. Portare all’umanità quel senso di allegria, di buonumore e di Amore per la vita che purtroppo si smarrisce con l’età adulta.»

«Nutrire lo Spirito della Fanciullezza…»

«Guarda il motto scritto sotto la meridiana… leggilo ad alta voce!»

«“Invecchia chi vuole invecchiare”… non ci avevo fatto caso!»

«Perché di giorno la dicitura è quasi illeggibile, ma nelle notti straordinarie come questa, in cui anche la Luna si emoziona fino ad arrossire, le lettere affiorano dalla pietra con chiaroscuri nitidi e definiti. La meridiana si tinge di rosa per risvegliare la nostra realtà di bambini.»

«La meridiana… delle fragole…» sussurrai.

«Ci ricorda il profondo significato dell’immaginazione, senza la quale non sarebbe possibile mettere in moto quelle facoltà mentali che hanno sede nel cuore, e che rappresentano la nostra mente superiore.»

«Una mente nel cuore… una specie di “ragion pura”…» Stavo cominciando a comprendere.

Cloe annuì con il capo, poi concluse: «L’illuminazione di cui l’intelletto è solo umile ancella!»

«E le Fate…?» insistetti ancora, sfoderando un ultimo rimasuglio di perplessità.

«Grazie all’ispirazione delle Fate è possibile ritrovare quel senso di meraviglia e di stupore che ci permettono di accedere alle profondità del cuore umano e di nutrirlo abbastanza affinché la mente che ha sede in esso riprenda vigore. Non a caso il Regno delle Fate è noto anche come Regno del Cuore Vivente

«Ricordo di aver letto qualcosa al riguardo, tanti anni fa… un curioso libro, regalo di non so chi, in cui si diceva che la musica, l’arte, la danza e la letteratura nascono grazie all’aiuto delle Fate, e persino le scoperte in campo scientifico non potrebbero avvenire senza il loro contributo…»

«Il nostro contributo!» mi corresse.

Seguirono alcuni attimi di silenzio assoluto.

Con ancora indosso il vestito botticelliano della cerimonia, guardavo la mia ombra accanto a quella eterea, impalpabile di Cloe. E fu allora che, allo zenit della percezione, lasciai che la mia vera immagine prendesse lentamente forma e, seguendo le pulsazioni del cuore, totalmente libera dalle ansie dell’intelletto, mi trasmutai in realtà spirituale.

Ora potevo prendere parte alla realtà interiore del Cosmo, fatta di mondi dentro altri mondi, cercando la conoscenza delle cose attraverso il potere dell’immaginazione, senza il filtro della ragione e dei Cinque Sensi. Avevo conquistato la chiave d’accesso al Paese delle Fate, regno dell’Amore incondizionato, avevo fatto riaffiorare dai miei ricordi d’infanzia quell’Isola che non c’è mai dimenticata, paradiso di tutta la gioia del mondo.

A un tratto, non so bene perché, avvertii il bisogno impellente di un ritorno alla concretezza del quotidiano. Riappropriarmi della mia vita reale per toccare terra, di nuovo. Fatti concreti, tangibili, sicuri, affidabili, ecco di cosa avevo bisogno. Garanzie di realtà.

«Cloe… la gelateria di via Bramante dovrebbe essere ancora aperta… ti andrebbe un gelato?»

«Magari alla fragola…»

Sedute ai bordi della fontana di fianco all’ingresso dell’Orto Botanico, assaporammo, senza fretta, deliziando ogni singola papilla gustativa, il gelato più buono che avessi mai mangiato. La Luna, riflessa nello specchio d’acqua, ci osservava compiaciuta, dolcemente distratta dalle increspature che il movimento sommesso dei pesci rossi creava sulla superficie.

Neppure loro sembravano aver sonno e, ora costeggiando il bordo della vasca, sulla scia di rotte immaginarie, ora inabissandosi per tracciare misteriose orbite sommerse, seguitarono a nuotare per tutta la notte, cullando noi e la Luna.


© Christine Kaminski | Vietata la riproduzione senza consenso scritto

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