IL PONTE DEL FOLLETTO di Fosco Baiardi

Il Folletto scattò improvvisamente in piedi, voltando la schiena a Ionia, incrociò le braccia al petto e sollevò il mento con aria offesa. Con ogni evidenza il cibo non gli garbava.

Al contrario dei due uomini che fissavano l’esserino con gli occhi sbarrati per la meraviglia, la marchesa osservava l’evolversi della situazione con crescente fastidio, senza minimamente preoccuparsi o stupirsi della presenza di quella magica creatura.

La vecchietta, che non si era scomposta all’apparire di un essere che non sarebbe realmente dovuto esistere, sembrava anzi conoscere alla perfezione il modo di comportarsi del Folletto, poiché sostituì prontamente i frutti con dei dolcetti, che attrassero di nuovo l’attenzione del piccoletto.

All’inizio il Folletto cercò di dissimulare il rinnovato interesse verso quelle prelibatezze, studiandosi con ostentazione un’unghia particolarmente lunga della mano destra e dondolando sui talloni, ma infine cedé alla golosità e si gettò con cupidigia sul piatto.

Intanto che la creatura si sedeva posizionando la stoviglia tra le gambe, Ionia ne approfittò per blandirlo.

«Oh, meraviglioso Folletto!» declamò ossequiosa.

A quelle parole il Folletto sembrò gonfiarsi, orgoglioso.

«Se potessi, con la tua magnanimità e il tuo grande potere, permetterci di oltrepassare il tuo ponte, la tua dimora… La nostra carrozza non ci passa e noi non possiamo proseguire il viaggio.»

Il Folletto finse di pensarci su. Nel frattempo roteava con le dita i biscotti che erano rimasti nel piatto. Ionia sorrise sotto i baffi: sebbene stesse facendo il prezioso, il Folletto sembrava ormai bendisposto.

Purtroppo, attenta com’era a rabbonire la fatata presenza, non si avvide che la marchesina si era avvicinata maldisposta a loro.


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«Ti sbrighi o no?» sberciò la ragazza, calciando con malagrazia il piatto lontano dalle avide manine del Folletto.

Questi strinse gli occhi riducendoli a due fessure fiammeggianti, e la vecchia invece scattò in piedi, rimproverando aspramente la nobildonna per il suo gesto inconsulto.

Il Folletto incenerì la superba giovane con lo sguardo e poi si girò verso Ionia, facendole un mezzo inchino di ringraziamento. «Esa-esaudirò il desi-desideeerio» bofonchiò a stento, soffocato dalla rabbia.

Prima di scomparire in una nuvola nera, scagliò un’ultima minacciosa occhiata a colei che gli aveva mancato di rispetto.

«Ah ah ah!» ridacchiò vittoriosa la marchesina, senza badare alla vecchia che sospirava sconsolata. «Stupido Gnomo!»

Le donne si voltarono, ma videro soltanto i due uomini aggirarsi confusi sulla strada: non c’era più alcuna traccia di carrozza né di cavalli. Il volto allibito della marchesa valeva più di qualsiasi domanda.

«Beh!» commentò Ionia. «Il desiderio in effetti è stato esaudito. Solo che, grazie al vostro gesto, mia signora, il Folletto lo ha interpretato maliziosamente a suo modo.»

«E ora?» ribatté impotente la ragazza.

«Gambe in spalla!» rispose secca Ionia iniziando a camminare. «Ci aspetta ancora un bel po’ di strada fino al prossimo villaggio.»

«Ah, non se ne parla! Uno di voi andrà avanti e farà venire un’altra carrozza a prendermi…» piagnucolò la nobildonna battendo capricciosamente i piedi per terra.

«Spiacente, mia signora, ma non credo che questa soluzione sia conveniente. Prima che una nuova carrozza venga approntata e faccia ritorno a prendervi, il buio sarà già calato da diverse ore e non è prudente per voi passare la notte nella foresta» interloquì il postiglione con garbo.

La marchesa sospirò scoraggiata, arrendendosi alla logica assennata e stringente dell’uomo. Ionia, seguita dai due servitori, si apprestò ad attraversare il ponte e, dopo pochi attimi, anche la nobildonna si accodò, le spalle curve, i piedi che strascicavano, l’animo umiliato e sconfitto.

Una risata stridula risuonò all’improvviso sotto l’arcata del ponte e si dilatò, viaggiando tra le fronde degli alberi trasportata dal vento, accompagnando beffarda il faticoso arrancare della marchesa per molte miglia ancora.


© Christine Kaminski | Vietata la riproduzione senza consenso scritto

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