L’Angelo dell’Amore

Nella Mitologia Romana, il Dio dell’Amore è Cupido (dal verbo latino cupere, “bramare”), figlio di Venere e Vulcano, mentre nella Mitologia Greca corrisponde ad Eros (in origine Egli è figlio del Caos, l’abisso buio e silenzioso da cui nacquero tutte le cose, e personificazione dell’Armonia), rappresentato generalmente come un fanciullo alato con arco in mano e faretra sulle spalle (contenente frecce magiche), a volte bendato per ricordare la cecità dell’Amore, e descritto come un ragazzo dispettoso che si diverte a colpire uomini e Dèi con le proprie frecce d’argento per farli innamorare perdutamente. In seguito viene visto come giovane bello ed affascinante accompagnato da Imero, “Desiderio”, e Foto, “Bramosia”.

Cupido è uno dei più famosi simboli dell’Amore. Con le sue frecce Cupido poteva suscitare la passione amorosa tanto negli uomini quanto negli Dèi, e proprio questo accadde quando per errore colpì la madre Venere, accendendo in ella l’Amore per il giovane mortale Adone.

Tutto ruota intorno all’Amore. Molti collegano subito alla parola “amore” l’idea di una sessualità soddisfatta. Tuttavia, per quanto possa essere stata profanata la parola Amore, ognuno nel suo cuore anela all’Amore. Ognuno ha una gran voglia di essere amato incondizionatamente dagli altri, e divinamente gioisce quando s’innamora di una persona che gli ricambia l’Amore. Allora qualcosa fiorisce dentro, d’improvviso il suo volto irradia gioia.

L’Amore, ci dicono le fiabe, è capace di resuscitare uomini pietrificati, è in grado di far tornare uomini le bestie ed anche i mostri, riesce a trasformarli in bellissimi principi e principesse, amabili e desiderabili, capaci di essere felici, e di rendere felici persone che erano dominate da un perfido istinto (che nelle fiabe è rappresentato dalla “bestia”), o persone incantate da una strega e soggiogate da ostili proiezioni.

Mago Merlino insegna: “Se vuoi essere felice, ama”.

Ma l’amore è qualcosa di più, che essere innamorati. È anelito originario e profondo dell’Essere Umano non solo riuscire ad amare qualcuno, ma anche trasformare se stessi in Amore.

Chi è diventato Amore ama tutto ciò che gli sta attorno, incontra ogni altro essere con Amore pieno e fa sgorgare in lui la Vita. Tocca ogni filo d’erba con rispetto ed Amore perché “conosce” l’immagine del Talmud (Dio ha affidato ad ogni filo d’erba un Angelo affinché lo faccia crescere), osserva ricolmo d’Amore il sole che tramonta, un’alba che sboccia, si sente amato da Dio così che l’Amore di Dio si riverbera per mezzo di lui. Tutto ciò che lui fa è segnato da questo Amore. Il suo lavoro sgorga dall’Amore. Se canta, canta perché ama, perché il suo Amore cerca di esprimersi. Il suo respiro, è pieno d’Amore… parla d’Amore.

Da tempo immemorabile dunque, riferendosi all’Amore, si parla dell’Angelo dell’Amore. A colui che si ama si dice “Sei un angelo”, infatti quando ci viene dato di sperimentare l’Amore, abbiamo la sensazione che un Angelo sia entrato nella nostra vita. Phil Bosmans sostiene che sia un Angelo quel qualcuno “che Dio manda nella tua vita, inatteso e immeritato, affinché accenda per te due stelle nella notte tenebrosa”. Rose Auslander parla di un Angelo dentro di noi che gioisce per la nostra luce, e piange per la nostra tenebra. Dalle sue ali fioriscono sussurri di parole d’Amore e squisite carezze…

Noi abbiamo bisogno di Angeli che ci introducono nel Mistero dell’Amore, che ci mettano in contatto con la sorgente dell’Amore che zampilla in noi, ma che spesso è un po’ otturata o intorpidita dalle nostre emozioni malate. Noi, però, dobbiamo comportarci con avvedutezza con l’Angelo dell’Amore, non bisogna chiedergli troppo, lui può solamente trasformare il materiale che noi gli presentiamo.

Se si reprimono e si tengono nascosti i sentimenti di aggressività, l’Angelo non li può penetrare con il suo Amore, allora essi restano in noi come i fondi del caffè. Un po’ alla volta essi disturberanno i nostri tentativi d’Amore, perciò porgiamo al nostro Angelo dell’Amore tutto ciò che è in noi, anche la rabbia e il risentimento, anche la gelosia e l’angoscia, il tedio e la delusione.

Tutto dentro di noi, infatti, potrebbe essere trasformato dall’Amore, in Amore. Bisogna lasciarci accompagnare dappertutto dall’Angelo dell’Amore, portarlo con noi nei conflitti che si hanno sul luogo del lavoro, nelle discussioni in famiglia, nel matrimonio o con gli amici.


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L’Angelo dell’Amore non è una crosta di zucchero da spalmare su tutto, ma Egli vorrebbe trasformare la nostra vita. Non vieta nulla, non proibisce di provare rabbia, non esige che noi non ci sentiamo offesi. Non esige che siamo perfetti. Egli vorrebbe soltanto che gli lasciassimo illuminare tutto ciò che proviamo. Allora vedremo in una luce diversa i nostri conflitti, ed anche le nostre paure.

Questi però non scompariranno, e non ci saranno sempre soluzioni rapide e facili. L’Angelo dell’Amore ama soprattutto la verità, vorrebbe che voi osservaste con attenzione ciò che vi accade, che prendeste sul serio i sentimenti che provate nel conflitto, ma vorrebbe anche che non vi aggrappiate ai vostri sentimenti feriti e che li lasciate mettere in discussione per mezzo dell’Amore.

Il termine tedesco Lieben (amare) deriva da liob, che significa “bene”. Amare non vuol dire provare sentimenti affettuosi, l’Amore ha bisogno prima di tutto di un nuovo modo di vedere. Chiedete al vostro Angelo dell’Amore che vi doni occhi nuovi per poter vedere le persone che vi stanno intorno e voi stessi in una luce nuova, affinché possiate scoprire il seme buono che sta in voi e negli altri. Allora sarete anche in grado di comportarvi meglio. Allora, sarete felici.

Lasciate che il vostro Angelo dell’Amore vi introduca sempre di più nel mistero dell’Amore Divino, che in voi è come una sorgente che non inaridisce mai. Non dovete creare l’Amore in voi, avete solo da bere alla fonte dell’Amore Divino che scaturisce dentro di voi…

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© Christine Kaminski | Vietata la riproduzione senza consenso scritto

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