Soli non lo si è, mai (Dinastia Wright, VI)

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La solitudine è talora ancor più dolorosa del dolore in sé, quando ci si sente soli con se stessi, anche tra le persone, e alle volte basta poco per curare questa mancanza, anzi, semplicemente una cosa, l’amore.

Questo è il sesto capitolo della Dinastia Wright, la storia dell’ultima nipote del capostipite dei Wright. Narra il suo senso sconfinato di solitudine, per la sua famiglia che non abita più insieme a lei nella villa fuori Boston, e lei si arena in questo stato di abbandono. Si sente come rinchiusa in un perpetuo incubo, avendo per giunta scoperto, pur non conoscendone l’effettiva ragione, che qualcuno sta cercando di attentare alla sua incolumità, è in pericolo di vita, ed è dunque costretta a rivolgersi ad un professionista, un bodyguard che possa salvaguardarla da qualsiasi eventuale offensiva nei suoi riguardi.

Eppure quell’incubo terminerà, quando incontrerà un uomo, proprio quell’uomo che la proteggerà, il quale la convincerà che non è sola, che non sarà più sola, la farà sentire sicura e protetta, riscaldata, e la sua vita ritornerà a risplendere. Sarà dura all’inizio, lo osteggerà, ne avrà paura, ma poi una strana e potente energia li avvicinerà, dopo il temporale sorgerà l’arcobaleno. Ritornerà finalmente la serenità, la famiglia Wright tornerà a sorridere, a gioire e a beneficiare del suo destino d’amore.barra_roses


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