Isabelle
è una donna caparbia e ricolma di vita che ha lavorato tenacemente
per anni, svolgendo ogni sorta di occupazione per mantenersi agli studi,
al fine di conseguire ottime credenziali per diventare una dirigente di
successo.
Poi un bel giorno il suo sogno si avvera, ottiene un posto come assistente
personale di Damian Moore, noto magnate di un’industria delle comunicazioni,
presidente della Karma Communication, ma si rende ben presto conto di
quanto sia ardua questa impresa. Il suo capo, reduce dal matrimonio con
una donna che lo ha ferito ed ingannato, è una persona introversa
e cupa, intrattabile e burbera, in special modo con lei, poiché
convinto che sia entrata di forza nella sua azienda dispensando favori
sessuali allo stesso sindaco della città di New York.
Il romanzo si svolge nel cuore di Manhattan, intorno a queste due forti
personalità che si cercano e si allontanano in un continuo gioco
di sguardi e di sottintesi, di sottili messaggi che non lasciano spazio
alle parole, assiduamente eluse, ritenute da Damian un elemento fin troppo
sopravvalutato per conoscere e conoscersi, per esibire se stessi e ciò
che si vuole.
E intorno a loro, contemporaneamente, si evolvono situazioni pericolose,
trame, intrighi, vicende troppo a lungo tenute nascoste, che inevitabilmente
li condurranno a vivere un finale drammatico, un pericolo scampato, una
felicità ritrovata.
“Il
segreto per riconoscere le persone, la falsità o l’ambiguità,
era sempre stato quello di scrutare lo sguardo,
era da lì che emergevano tutte le qualità o le mancanze
degli esseri umani,
con
le parole si poteva mentire, camuffare, ma con gli occhi no.”
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