D’UN TRATTO LEI, Cap. 2

«Per carità!» svampò invece lui, altisonante. «Fossi matto, amico, stasera c’è una specie di sagra con carri antidiluviani dei pionieri e tutti tipi azzimati come il vecchio Far West, con tanto di orchestra abbinata. Poi se vedessi come sono conciato, ho dovuto acquistare qualche cosa di alternativo per togliermi il completo che già si era sgualcito, e devo rindossarlo domani.»

«Stile coloniale del diciannovesimo secolo?»

«No, oddio, non è tanto per i jeans, quanto per la camicia, il meglio che ho rimediato. È in viscosa bianca quasi trasparente, non posso nemmeno abbottonarmi i polsini perché sembrerei Zorro.»

L’amico scoppiò in risate, esilarato nel figurarselo in quella mise. «Condivido, con i tuoi lineamenti somatici lo sembreresti sul serio. Unicamente per gli occhi chiari che hai potrebbero confonderti, ma tanto Zorro indossa la maschera, dico bene?»

«Sì, sì, ridici su, ma quando ritornerò a Phoenix facciamo i conti, caro socio» lo strigliò lui, seriamente.

«Ehilà, amico, ora non prendertela con il sottoscritto. D’altro canto ti avevo avvisato il giorno che hai comprato quell’auto, se non ricordo male io ti avevo consigliato la Corvette, o sto errando?»

«Ah, ci manca pure che mi fai la paternale, e allora sì che sono spacciato!»

«Ok, ricevuto, adesso ti lascio, sono in ritardo per la cena» sghignazzò Brent, contento di averlo, seppur di poco, sgravato da quella sua sorta di capestro.

«Buona serata» parodiò lui, spillandone una pungente ironia.

«Grazie, anche a te!»


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Angel rise, in fondo non poteva far altro, giusto per non rendere la situazione ancor più patetica di quanto non fosse già, nel piangersi addosso e in aggiunta incapricciarsi come un pargolo viziato.

«Uff… però questo dannato caldo!» si lamentò, d’impulso, passandosi una mano dietro la nuca madida di sudore. «Qui ci vuole un’ennesima doccia fredda…»

Si sporse alla finestra ed osservò per un po’ quel viavai di gente.

«Che cos’avranno da essere tanto contenti…» disquisì, tra lo stressato e l’ironico. «Mah… forse una passeggiata… magari lì sotto, l’aria è più fresca» ponderò, e senza pensarci troppo impugnò le chiavi della stanza e scese da basso, nella hall, consegnò le chiavi al portinaio ed uscì.

«Non cambia di molto la situazione…» si crucciò con un sospiro, dopo i primi deludenti passi. «Tanto che ci sei, Wild, cerca di godertela.»

Il suo cellulare trillò. «Dimmi.»

«Angel, mi ero dimenticato prima, di dirti che…»

«E quella?» lo troncò Angel, avendo adocchiato una sinuosa figura dotata di lunghi capelli flavi, che in piedi di spalle a lui, si stava versando una bevanda ad una lunga tavolata imbandita di viveri.

«Chi?» si stralunò Brent, colto di nutrita sorpresa.

«Forse c’è speranza per me, stasera» considerò lui, scrutando quella creatura che riscontrava sempre più sensuale, man mano che la esaminava nella struttura e nelle movenze.

«Ovvero?» scalpitò l’altro, quel tono gli risultava parecchio interessante.

«Ho di fronte a me una bambola da passerella, caro socio. Probabilmente avevi ragione, non si prospetta male questa mia vacanza forzata.»

«Sul serio?»

«Scommettici, beh, il viso non lo vedo un granché bene, è di schiena, ma quel vestitino bianco a fiori rossi da bambolina è proprio promettente. E se il lato B è già così accattivante, sono ansioso di verificare cosa mi aspetta, quando avrò visto il lato A» s’intrigò, piacevolmente stimolato da siffatta novità.

«Uhei, ti ci è voluto poco, lo sapevo!»

«Guarda, pure con il caratteraccio di quella insolente di oggi, ci farei un pensierino» aggiudicò, nel mentre che la osservava sollevarsi flessuosamente i capelli dalla nuca, scoprendo in tal guisa le spalle discinte e un collo decisamente molto appetibile.

«Non ci giurare troppo, il didietro non è mai direttamente proporzionale al davanti» sottolineò Brent, seppur fiducioso del metro valutativo dell’amico, un vero fuoriclasse per fiutare la più bella del mazzo, e non puramente dal lato fisico.

«Oh, no, s’intravede lievemente il profilo, e ti posso garantire che non è affatto male» imputò, proseguendo a rimirarla con crescente interesse, ma d’un tratto s’intromise in quella venusta visuale, un uomo sorridente che si faceva avanti verso di lui. «Ti chiamo dopo, Brent, c’è qui il meccanico, devo chiedergli se ha trovato il pezzo dell’auto.»

«Grandioso, aggiornami però!»

«Contaci» si ravvivò, a quelle allettanti premesse, terminò la comunicazione e s’infilò il telefono nella tasca dei jeans.

Dag gli tese la mano, dopo una blanda riverenza con la testa. «Vedo che ha seguito il mio consiglio, bene, si sta divertendo?»

«In verità sono appena uscito, ma credo di sì» insinuò lui, dirigendo una fugace occhiata dietro l’uomo, ma senza tuttavia perdersi in dettagli. «Ha parlato con il suo rappresentante, ci sono buone notizie?»

«Ero giust’appunto venuto a comunicarle questo, la pompa dell’acqua è reperibile, anche perché in effetti è abbastanza comune. Onestamente mi ero creato complicazioni per senza niente, ma siccome per scrupolo ho smontato la testata del motore, ho notato che altri pezzi si sono danneggiati in seguito al guasto. Ho redatto un elenco e l’ho spedito via fax, però purtroppo dai nostri rifornitori di Tucson, nessuno li ha, almeno non tutti, quelli più particolari bisognerebbe ordinarli alla casa madre.»

«Accidenti, questa non ci voleva» si abbatté Angel, sembrava una persecuzione, davvero come se si stesse evolvendo tutto di proposito per farlo uscire di senno.

Ma più oltre un lampo lo folgorò, biasimandosi altresì, per non averci pensato prima. «E se contattassi il concessionario di Phoenix dove l’ho acquistata e glieli facessi recapitare?»

«Ci vorrà sempre un paio di giorni, adesso si tratta di un lavoro più delicato. Non è una semplice sostituzione e dovrei necessariamente testare il veicolo al termine della riparazione, quindi vorrei eseguirlo con calma» segnalò Dag, innalzando le spalle un pochino dispiaciuto.

Angel lo guardò mesto, sospirando depresso, pur nonostante gli rivolse un ammirato sorriso, oltremodo compiaciuto dalla  solerzia dell’uomo. «Non c’è scelta, giusto?»

«Ascolti, domani mattina venga presto in officina. Vedremo di trovare una soluzione.»

© Christine Kaminski | Vietata la riproduzione senza consenso scritto

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