D’UN TRATTO LEI, Cap. 1

«Dannata auto, proprio in questo posto sperduto dovevi lasciarmi a piedi!» s’infuriò Angel, pressoché indiavolato, sul punto di prenderla a calci. «Ti sembra il caso, eh! Ti sembra il benedetto caso di tirarmi questi stramaledetti scherzi!»

E stava sul serio per lanciarcisi contro, inferocito, che in un fortunato lampo si sbarrò. «Frena, Wild, ricordati quanto costa questo giocattolino» si ammonì, cercando di serbare la calma, o se non altro di riacquistarla.

Si diede un’ennesima guardata in giro e si svigorì. In mezzo a quella landa desolata pochissime probabilità sussistevano di procurarsi un meccanico, e seppur ci fosse miracolosamente stato, non sarebbe comunque stato in grado di riparargliela.

«Così la prossima volta imparerai a non acquistare un’auto straniera» si bacchettò, sbuffando snervato. «E poi che caldo!»

Si slacciò i primi bottoni della camicia e si allentò il nodo della cravatta, estenuato dal clima arido e dall’agitazione, dal diamine di luogo in cui lo avevano sbattuto, tenendolo peraltro all’oscuro, come se il tutto si fosse evoluto di proposito, per istigarlo a dare fuori di matto.

D’un tratto il suo cellulare squillò, scrutò il display e in una vampata si riagitò.

«Ma dove diavolo mi hai mandato!» si lanciò, non appena avviata la connessione. «Qui brucia peggio delle fiamme dell’inferno!»

«E dài, piantala, tu ci sei anche nato in quelle zone, dovresti essere pratico» lo rimbrottò Brent, leggermente divertito, ma modulandosi nel tono, nel savio intento di non alimentare quel già ben pronunciato disappunto, oltretutto previsto, in quanto conosceva il suo socio, l’infiammabilità che gli si manifestava nelle circostanze in cui si sentiva tartassato dalla temperatura elevata.

Angel quasi digrignò i denti per la sua inopportuna, anche sbeffante sortita. «Io non ci sono nato, soltanto mia madre è del Messico e io non ci sono neanche mai stato, pratico non lo sono affatto. E, in ogni evenienza, se vogliamo essere precisi, oltre al caldo abominevole qui è deserto sperduto, ci saranno sì e no trecento abitanti in questo posto!»

«Oh, quante storie, è vicino alla Statale 19, non ti ci ho mica spedito in mezzo al deserto!» traboccò l’altro, a quell’esagerata enfasi.


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«Sì, se mi fossi fermato ad Amado, ma sono dovuto arrivare fino ad Elgin, dove tra parentesi sono ancora bloccato, senza considerare che domani ci dovrò persino tornare per definire a voce le postille dei contratti, dato che per telefono quell’hippy paranoico non spiccica mezza parola, ha la grottesca fobia dello spionaggio!» si esacerbò, per quella ridevole condizione, quel loro eccentrico cliente che lo era mille volte tanto.

Brent tentò di mitigarlo, valutando che agitarsi così, non era di aiuto a nessuno, men che meno a lui. «Condivido, però era sottinteso che vi sareste spostati, la proprietà che deve vendere era fuori Amado. Quello era solo il luogo del vostro incontro, non lo sapevi?»

«Senti, Brent, io questa non la sapevo, e del resto tu avresti potuto avvisarmi, giacché a quanto risulta soltanto tu ne eri al corrente, mentre invece io prevedevo di concludere lì, seduta stante. Non immaginavo di certo che mi sarei dovuto districare tra queste strade contorte e con questo caldo infame.»

«Hai ragione, scusami, lo avevo dimenticato, e francamente supponevo che Crain te lo avesse anticipato. Ma tanto, più o meno era da quelle parti» tossicchiò casuale, essendo conscio di averlo dimenticato apposta, cioè, lo aveva omesso all’inizio affinché non mettesse subito le mani avanti, per il tipo cittadino che era il suo socio, assai poco propenso ad avventurarsi fuori dai nuclei urbani. Però successivamente, una volta sobbarcatosi l’impegno da cui Angel non si sarebbe di sicuro tirato indietro, lui si era ripromesso di comunicarglielo, laddove, viceversa, lo aveva davvero scordato.

«No, ho dovuto fare all’incirca settanta miglia in più, e lo sai quanto beve la mia auto, stavo rischiando di rimanere senza carburante, dal momento che avevo deciso di fare rifornimento lungo la strada del ritorno. E comunque sono rimasto appiedato lo stesso, tanto per la cronaca» si contrariò, strattonandosi il colletto della camicia per respirare, o meglio, boccheggiare.

Brent fu preso in contropiede. «Dio del cielo, e perché?»

«Non ne ho la più pallida idea, esce fumo dal motore. Pare quasi una ciminiera per quanto ne viene fuori, e non so proprio dove andare a sbattere la testa in questo maledetto posto» si depresse, esalando un nutrito respiro rassegnato.

«Ma dove ti trovi esattamente?» fuorviò, per sedarlo e quindi scovare con tranquillità una soluzione. D’altro canto non era così grave, o perlomeno irrisolvibile da suscitare tanto panico, dato che conoscendone la posizione, lui avrebbe potuto eseguire una ricerca mirata su Internet e contattare un meccanico della zona per mandargli un carro attrezzi. Insomma, a suo avviso era meramente una questione di tempi e di pazienza.

«Ero appena uscito da questa specie di villaggio dell’antico Far West e mi si è fermata, diciamo che è quasi esplosa. Stavo aspettando che passasse qualcuno, ma qui è sul serio tutto un deserto, è mezz’ora che sono piantato qui, sembra dimenticato da Dio!»

«Calma, calma, nel frattempo richiama Crain, sarà ancora nei paraggi. Non eravate assieme fino a poco fa?» smorzò l’amico, compitamente, nel proposito di non indurlo a conflagrare di nuovo, anche se all’apparenza ci era assai rasente.

© Christine Kaminski | Vietata la riproduzione senza consenso scritto

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