PER COLPA DI UNA CARAMELLA della Classe 1^B, Istituto Bertoni di Udine

In un mondo fuori dal comune, fatto di dolcetti di ciascun tipo, vivevano tante caramelle tra cui Yoghi, un coraggioso orsetto “Haribo”, ed il suo fedele amico delfino Rainbow.

Yoghi era noto per il suo stravagante modo di vestirsi: occhiali da sole neri con due fiamme fluorescenti, e cappello con pompon verde; Rainbow, invece, era un bellissimo e tenero delfino che viveva in una grotta di gelatina al mirtillo.

Nella parte oscura della città viveva Bernard, un adulto che fin da piccolo non poteva mangiare dolciumi a causa del padre, il quale era convinto che provocassero inevitabilmente le carie. Bernard, arrabbiato per via delle restrizioni imposte dal padre e della sua triste infanzia che lo avevano reso malato di ingordigia, un giorno inventò un condotto sotterraneo per risucchiare le caramelle della città; ad esso, era collegato uno speciale macchinario che lo faceva funzionare.

Una mattina, mentre Yoghi e Rainbow passeggiavano spensierati per le zuccherose viuzze di questo Reame delle Dolcezze, si avvicinò a loro una caramella a forma di panino che, con un’aria preoccupata proruppe: «Ehi, voi! Mi dovete aiutare, la nostra città è in pericolo!»

«Impossibile, Hariba, cosa stai dicendo? Questa città è protetta molto bene» contestò Yoghi un tantino seccato.

«Non è così! C’è un adulto di nome Bernard che risucchia le caramelle attraverso un tubo! Non vi siete accorti che ne mancano già alcune?» si agitò il panino Hariba.

«Accidenti, non ci avevo fatto caso… cosa ci consiglieresti di fare?» chiese Rainbow ansioso.

«Dovete andare nella parte buia della città, distruggere il tubo e salvare le caramelle!» suggerì altisonante il panino, che diede loro le indicazioni necessarie per trovare l’abitazione del nemico.

I due eroi si misero in cammino senza esitazioni e, dopo poche ore, raggiunsero la casa di Bernard. La casa era tetra, malridotta ed aveva un giardino riboccante di erbacce. Avevano molta paura, ma si fecero coraggio ed entrarono.

Decisero di dividersi per cercare la sala macchine e poter quindi distruggere il tubo. Nel mentre, Bernard li scoprì e li osservò attraverso delle telecamere nascoste. Per sabotare il piano dei “buoni”, si travestì da Yoghi e gironzolò per casa finché non incontrò Rainbow.

«Come procede la ricerca?» s’informò Rainbow ignaro.


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«Per ora male, non ho trovato la sala macchine» rispose con aria vaga.

«Sai una cosa? Mi sembri diverso… uhm…» si attardò pensoso. «Ci sono! Non hai messo la tua colonia portafortuna al cioccolato!» esclamò poi furbamente, e gli porse una boccetta contenente il profumo; per non insospettirlo, Bernard se lo spruzzò ma iniziò a starnutire perché ne era allergico.

«Aaaaah-ah! Ti ho scoperto! Non sei Yoghi, ma Bernard!» lo stanò il delfino. «Visto che sono gentile… tieni, mangia questa caramella e ti sentirai meglio» così gli disse porgendogli un meraviglioso e invitante dolcetto.

Bernard non seppe resistere e velocemente la mangiò, ma subito dopo si addormentò, essendo una caramella soporifera.

Nel frattempo Yoghi, vagando per la casa, era riuscito a scoprire dove si trovava la sala macchine; decise dunque di ispezionare il marchingegno che consentiva al tubo di funzionare, nell’attesa che il suo amico delfino lo raggiungesse.

Dopo qualche momento di perlustrazione, scovò un foglietto che Bernard aveva perso, sul quale erano annotate le istruzioni. L’orsetto lesse da cima a fondo le numerose indicazioni e individuò quelle relative alla disattivazione del marchingegno. Doveva fare due cose molto semplici: schiacciare un pulsante con scritto Distruzione e staccare la spina del macchinario.

In pochi minuti riuscì a salvare e a liberare le caramelle, che felici e saltellanti tornarono in città. A Yoghi mancava però ancora da ritrovare Rainbow e da sconfiggere Bernard definitivamente.

Dove si erano cacciati quei due? Che fosse successo qualcosa? Lasciò la stanza e si mise a ripercorrere la dimora, fino a quando non arrivò all’entrata; lì trovò il suo amico ad aspettarlo con il nemico legato e imbavagliato al suo fianco.

A questo punto ritornarono nella parte colorata e vivace della città, dove li attendevano tutte le caramelle per festeggiare la vittoria del Bene. Mentre la festa era in pieno svolgimento, i presenti collaborarono per gettare Bernard nel lago di cioccolato più profondo del Reame.

Successivamente, il panino Hariba prese da parte Yoghi e gli parlò: «Grazie per aver salvato la città e noi tutti, sei un amico ed un vero eroe!»

«Di niente, anzi, è stato un grande piacere farlo!» replicò solennemente Yoghi.

«Per questo vorrei farti un regalo…» Timidamente si avvicinò e con timore baciò Yoghi, poi corse come un fulmine a festeggiare. L’orsetto, non immaginando che la caramella Hariba lo amasse segretamente da tempo, anziché interrogarsi su quel gesto improvviso, preferì raggiungere Rainbow e continuò a divertirsi.

Il giorno seguente, il popolo del Reame delle Dolcezze decise di trasformare la parte buia e la casa di Bernard in un posto vivace e allegro come il resto della città. Per riuscirci, le caramelle consultarono il libro che usavano per far magie, e vi trovarono scritto che per l’incantesimo serviva un lecca-lecca con due spirali.

Yoghi ne trovò uno sull’albero dei lecca-lecca e lo staccò. Tutte le caramelle viventi, in seguito, si diressero alla casa di Bernard; arrivati a destinazione, Yoghi e Rainbow impugnarono insieme il dolcetto magico e lo puntarono verso i pochi raggi di sole che filtravano stentati in quel tenebroso paesaggio.

Il lecca-lecca iniziò a brillare e, per quanto brillasse, attirò una piccola Fata delle Stelle. Aveva gli occhi marrone chiaro e i capelli biondi, e indossava un bellissimo vestitino azzurro.

«Salve, piccola Fata, come mai sei giunta qui, in questo mondo di dolciumi?» le domandò Rainbow sorridendo.

«Ho visto il luccichio del magico lecca-lecca e ciò significa che io, Fata delle Stelle, devo aiutare colui che tiene il bastoncino» spiegò quella piccola Fata.

«Allora sei qui per aiutare noi e tutta la popolazione della nostra città: bisogna trasformare questa zona fredda e buia in un posto colorato che esprima allegria» affermò Yoghi con fare forbito.

La Fata, senza dire una parola, si voltò verso la casa del “cattivo”, afferrò il magico dolce, sussurrò una formula magica e, in un battito di ciglia, quella parte sinora rimasta cupa divenne identica al lucente e delizioso resto della città.

Al termine, tornarono indietro con la Fatina per farle visitare il loro mondo.

«Quello che vedi è il lago al cioccolato più profondo di questo Reame» le espose Rainbow, la guida turistica improvvisata.

«E quello laggiù, chi è?» domandò sospettosa la Fata, l’impressione non era per lei delle migliori.

Rainbow e Yoghi guardarono in direzione del punto indicato e poi si fissarono con grande sorpresa: era Bernard che si sbracciava sulla sponda opposta.

«Portateci una barca, caramelle!» ordinò Yoghi. «Lei verrà con noi» poi continuò rivolgendosi all’ospite.

La barca fu pronta in pochi istanti e Yoghi, Rainbow e la Fata, partirono per raggiungere l’altra riva, dove avevano avvistato il sopravvissuto.

«Cosa ci fai qua?» lo interrogò Yoghi inviperito.

«Sono riuscito a sopravvivere! So nuotare, sai» lo rimbeccò beffardo Bernard. «E ora che siete qua, vi annuncio che distruggerò questa città per sempre!»

«Ora basta con questa cattiveria!» disse risoluta la Fatina. Con un incantesimo e qualche movenza di bacchetta, trasformò il “cattivo” in un orsetto gommoso, proprio come Yoghi.

«Ora il mio lavoro è compiuto. Addio, amiche caramelle! Vivete felici!» Così la Fatina volò via.

I due eroi, ancora intontiti dalle ultime repentine vicissitudini, ritornarono dai loro concittadini con un “nuovo” abitante.

Finalmente, la città di dolciumi era salva da ogni male, grazie ai nostri due eroi e ad una piccola Fata delle Stelle.


© Christine Kaminski | Vietata la riproduzione senza consenso scritto

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