MAI PIÙ SENZA DI TE di Jessica Maccario

«Laurent, non darti colpe. Dobbiamo capire cos’è successo, dobbiamo…» barbugliò agitata, ma una voce impetuosa la zittì: «Vi abbiamo cancellato i ricordi, stupide Fate. Dovevo mettere in conto che il vostro amore avrebbe potuto dissolvere l’incantesimo… Bisogna rimediare in fretta a questo inconveniente.»

Mabel fu la prima a scorgere la piccola figura del Re. A dispetto delle aspettative, infatti, il Re aveva una stazza assai ridotta, e le sue ali nere erano tozze e per nulla aggraziate.

Laurent lo occhieggiò con una smorfia di dolore. «Perché… perché lo avete fatto?»

«Tu sei una Fata degli Incubi e il tuo posto non è qui. Quel Confine è stato creato apposta per quelli come te… tu sei un recluso» rispose il Re come se fosse ovvio.

Il giovane stava man mano facendo chiarezza. «Ma io non le avrei mai fatto del male… ora ricordo tutto. Superavo il Confine per curiosità, visto che ero l’unico a poterlo fare e mi divertivo a disubbidire agli ordini di mio padre, quando un giorno ti vidi…» E si volse verso Mabel con la dolcezza nel cuore. «Stavi giocando con dei fiori, avevi appena otto anni…  io mi avvicinai stupito, perché da noi i fiori non possono crescere, e tu mi accogliesti nel tuo mondo pieno di luci e di gioiose risate…»

«Sì, lo ricordo, siamo stati insieme fino ai quindici anni, nel nostro nascondiglio, senza parlarne con nessuno» rievocò Mabel con il cuore gonfio di gioia, per via delle emozioni che aveva provato in quei meravigliosi momenti.

Il volto di Laurent si oscurò. «Quel giorno fui più audace del solito e ti baciai… così iniziò la nostra storia, ma tuo padre ci scoprì.»

Come risvegliata da quelle parole, Mabel rammentò il volto furioso del padre: per lui Laurent era stato un mostro, un pericolo, e l’aveva supplicata di non incontrarlo mai più, ma lei lo amava e non avrebbe potuto stargli lontano.

«E così fummo portati da voi… che decideste per noi» concluse amaramente rivolgendosi al Re.

La rabbia aveva ormai sopraffatto l’espressione del Re, che esplose strepitando: «Tu sei sposata con mio figlio, non dimenticarlo! Questo è ininfluente.»


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Un presentimento le ghiacciò il sangue. «Cosa importava a voi dei nostri incontri, del nostro amore? Il giorno in cui sono venuta al vostro castello per conoscere il Principe avete finto di non avermi mai vista… e invece sapevate tutto! Cosa volete da me?»

«Tu appartieni a questo Regno, non puoi unirti a lui. Non ti deve interessare sapere altro!» Stava perdendo controllo e pazienza in simultanea.

«Perché? Quali sono le vostre mire?» Impavida Mabel insisteva, voleva la verità.

«Mabel, lui vuole le tue lacrime… hanno salvato me, ci hanno ridato i ricordi, sono potenti» intuì Laurent, non essendoci in fondo altra spiegazione logica a tanta spietatezza.

«È vero? È per questo che mi avete dato in sposa a Nuan?» incalzò quindi Mabel.

Il tono del Re divenne mellifluo, depistante: «Non sa cosa sta dicendo. Avanti, Mabel, torna al castello.»

Mai! Era l’ultimo posto dove sarebbe andata. Arretrò per allontanarsi, lasciando che le braccia di Laurent la avvolgessero. «No, non mi fido di voi.»

Il giovane si alzò in volo sollevandola e stavolta Mabel non ebbe paura, sapeva di essere al sicuro.

«Te ne pentirai, stupida Fata. Guardie, inseguiteli!»

Intanto che Laurent si librava per raggiungere il Confine, la furia del Re detonò sotto forma di candida neve. Prima lenta, poi sempre più fitta cadde su di loro, facendo sì che i due giovani non potessero vedere a un palmo dal loro naso. Era la prima volta che Mabel s’imbatteva nella sua ira, pur sapendo che se Re Neve si chiamava così, c’era un motivo, egli la sapeva controllare benissimo e se la cavava bene anche con i tornado. Forse era grazie a questo potere che era riuscito a sconfiggere i suoi nemici… Da quanto ne sapeva lei, il Regno non aveva più avuto discordie interne, soltanto qualche breve e veloce battaglia con i Regni confinanti.

Laurent era molto più abile di lei nel volo. Da come zigzagava tra le rocce spingendosi verso l’alto, Mabel evinse che si fosse allenato parecchio in passato, infatti, una volta raggiunto il Confine contrastando le raffiche nevose, le guardie interruppero l’inseguimento.

Mentre si lasciavano alle spalle il suo Regno, Mabel si sentì combattuta. Nessuno si era mai addentrato in quel luogo selvaggio, solo le Fate degli Incubi la aspettavano. Poteva fidarsi di loro?

Laurent la posò con amabilità a terra e la guardò intensamente. «Devo scusarmi con te, la reclusione in questo luogo mi ha reso insofferente. Sono stato duro con te… sentivo che nascondevi un segreto e volevo scoprirlo a tutti i costi. Se le tue lacrime non mi avessero salvato restituendomi i ricordi, sarei ancora qui a tormentarmi.»

Mabel gli adagiò le mani sul viso per confortarlo. «Cosa ti ha spinto a cercarmi?»

Lui rifuggì il suo sguardo. «Non avevo nobili intenzioni.»

«Dimmelo.» Lei si fece decisa.

«Sono l’unico che ha il dono di penetrare qualunque barriera, e superare il Confine è sempre stato un gioco da ragazzi per me. Quando ho saputo che il principe si sarebbe sposato, ho pensato che fosse l’occasione giusta per vendicare mio padre. Volevo rapire te, la sua sposa, e ucciderlo, ma poi quella notte mi hai guardato e hai tentato di salvarlo ed io non ho trovato il coraggio di provarci ancora. Così mi sono limitato a marchiarlo e a prendere te» le rivelò con tono avvilito, pentito.

«Mi eri apparso in sogno, avevi già trovato il modo di metterti in contatto con me.»

Sospirando, lui annuì. «Sì, ti avevo seguita da lontano nei giorni precedenti alle nozze, volevo attendere il momento adatto per intervenire, tu eri sempre circondata da attenzioni e l’unico è stato la notte dopo il matrimonio. Mi dispiace di averti spaventata.»

«Laurent, tutti ti vedevano come un mostro, io invece distinguevo in te qualcos’altro. So che cinque anni sono tanti, ma… posso ancora fidarmi di te?» Cercò il suo sguardo e quegli occhi neri non le fecero più paura.

«Non è cambiato nulla, Mabel, adesso è come se mi fossi risvegliato, prima era come se senza quei ricordi io fossi rimasto in una specie di limbo… ti stavo aspettando, ora lo capisco.»

«E le altre Fate… posso fidarmi di loro?» La fiducia per lui era sconfinata, ma su questo non era tanto convinta.

«Seguono gli ordini di mio padre, nessuno osa contraddirlo. Vedrai, lui sarà dalla nostra parte» la tranquillizzò, muovendo una mano per prodigarle una carezza dolce sul viso tremolante.

«Ecco perché ti hanno ubbidito quando hai ordinato loro di andarsene…» rifletté lei ripensando a quella circostanza.

© Christine Kaminski | Vietata la riproduzione senza consenso scritto

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