LO GNOMO VIAGGIATORE di Maria Cristina Pisanelli

Nel pieno dell’estate, quando il caldo d’agosto è arrivato, Azzurra trascorre la sua stagione preferita dagli zii Ferruccio e Mariella a Boscoriccio, un borgo di campagna: è tempo di nuove ed incredibili avventure con il suo amico Milo, che vive nella casa poco lontana da quella degli zii, sul confine del bosco.

Questi incontri ravvicinati con la Natura e gli abitanti del bosco sono per Milo un’abitudine, mentre per la ragazzina significano entrare in una dimensione di meraviglie. Con l’opportunità di simpatiche escursioni e nuove scoperte, rispettando i delicati equilibri della Natura, la sua fantasia si risveglia.

Durante una di queste vacanze, dopo aver sistemato le proprie cose e ripreso confidenza con l’ambiente e la vita di campagna, verso metà pomeriggio di un’assolata giornata l’amico passò a trovarla. C’era un caldo soffocante ma, fortunatamente, la zia aveva preparato un’invitante merenda sotto l’ombra del gazebo, in giardino. Golosi stuzzichini e una fresca limonata erano proprio quello che ci voleva.

«Che ne dici di fare una passeggiata nel bosco domattina?» chiese Milo all’amica. «Possiamo prendere le bici ed arrivare fino al ruscello, curiosare in giro e, se siamo stanchi, possiamo sdraiarci sull’erba nello spiazzo lì a fianco.»

Azzurra accettò con piacere e si organizzarono per l’indomani mattina, alle nove davanti alla casa di Milo.

Il ragazzino sapeva orientarsi senza problemi in quel luogo che per lui non aveva segreti. O quasi. Un vecchio albero, un cumulo di sassi dalla forma particolare, i rami spezzati di un cespuglio… questi ed altri, erano i suoi riferimenti.

La mattina dopo, si spinsero fino al ponticello che attraversava il ruscello, godendosi gli uccellini, gli scoiattoli, il radioso volo delle farfalle, e più tardi decisero di fare una pausa poggiando le bici sulla ghiaia.

Osservavano beati l’acqua che scorreva tranquilla, mentre i pesci colorati frullavano come trottole tra i sassi grigi e bianchi come perle, quando, all’improvviso, percepirono dei suoni bizzarri provenire in lontananza. Concentrandosi nell’ascolto, evinsero che qualcuno borbottava, si lamentava, così si mossero in direzione di un piccolo pozzo ormai abbandonato. Milo lo aveva già visto in un’altra occasione, per cui era certo che fosse secco, non molto profondo ma, soprattutto, era certo che la strana voce provenisse proprio da lì.

Si affacciarono entrambi e sentirono ripetere questo ritornello: Colui che del pozzo stava a ridosso, precipitevolissimevolmente si ritrovò ahimè qui sotto!

«C’è qualcuno laggiù?» gridò Azzurra sporgendosi dal bordo.


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Si faceva fatica a distinguerne l’interno, pertanto Milo controllò che la corda appesa alla carrucola fosse sicura e Azzurra, che era più leggera, non esitò dimostrando grande coraggio a calarsi dentro.

C’era poca luce, ma Azzurra aveva portato con sé una torcia per cui, arrivata sul fondo e posati i piedi a terra, vide addossata alla parete una insolita creatura, alta al massimo una ventina di centimetri. Piccola, abbastanza da nascondersi in una vecchia scarpa o addirittura in una caffettiera!

«Non avere paura» lo rassicurò Azzurra, che immaginava il suo disagio vedendola gigantesca dinanzi a lui. «Ti porterò fuori di qui.»

Sembrava timido ed impaurito, pertanto con delicatezza la ragazzina lo accolse tra le sue mani e tirò la fune per farsi recuperare dal suo compagno. Raggiunta la cima, ormai al sicuro, Azzurra depose quel curioso personaggio a terra e si scambiò con l’amico un’occhiata di stupore.

Avevano trovato uno Gnomo!

Sì, avevano di fronte uno di quei personaggi fantastici che si diceva vivessero nei boschi, protagonisti delle fiabe sul Piccolo Popolo, insieme a Fate, Elfi e Nani.

Quel minuscolo uomo barbuto, col naso grande e rotondo, il corpo tozzo che però si rivelò molto agile, aveva la pelle chiara, le guance paffute e rosse, e gli occhi furbi e luminosi. Mentre lo scrutavano, le sue enormi orecchie ruotavano su loro stesse compiendo un giro completo.

Vestito un po’ all’antica, lo Gnomo indossava una camicia verde impolverata per via della caduta nel pozzo, e pantaloni marroni con una grossa cintura in vita, alla quale era agganciata una borsa. Da qui, sporgevano minuscoli attrezzi e un tozzo di pane. E, di certo, non passava inosservato il rosso cappello a forma di cono che portava sulla testa!

«Come ti senti? Niente di rotto?» gli chiese Milo ancora abbastanza stupito.

«Elmo è uno Gnomo viaggiatore» rispose sfoggiando uno strambo linguaggio. «Conosce i misteri della Natura, sa tutto quel che c’è da sapere su piante e animali, è custode di innumerevoli segreti ed è sette volte più forte di un Umano, figuriamoci se sente dolore!» Si esprimeva come se stesse parlando di qualcun altro. Viste le sue dimensioni, utilizzava le parole per intimorirli, giacché in fondo, ai suoi occhi, essi erano due giganti sconosciuti!

© Christine Kaminski | Vietata la riproduzione senza consenso scritto

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