LA STORIA DELLA BIMBA E DELLA STREGA di Mattia

Feci un passo indietro, poi due, un muto istinto di sopravvivenza, quando, ennesimo stupore, la vecchia cacciò un riso lieve, come a volermi comunicare che il suo fosse soltanto un motteggio. Qui non le credetti. Non era un modo per riprendersi dall’errore di aver confessato l’arcano secolare che perturbava il paese, bensì per rassicurarmi, per alleggerirmi da quella improvvisa pesantezza che mi aveva bloccato tutti gli arti.

«Non era figlia del Diavolo, era solo speciale.»

«Come te?» ribattei, e lo feci così istintivamente, così velocemente, che udii soltanto l’ultima parola di questa mia domanda.

«Le avevo insegnato ad amare la Natura, ad esserne serva e compagna, ma era troppo giovane per rendersi conto che non tutti avrebbero compreso, soprattutto a quel tempo. Sono io che ho sbagliato, sono io che l’ho uccisa.» Forse ebbi un’allucinazione, ma mi parve di scorgere una lacrima affondarle nel viso, corrugandole quasi a fuoco quella porzione di guancia che aveva funto da sentiero.

Non c’era molto da dire, oramai era cristallino. La loro, era una generazione di Streghe.

Ma, se esistevano le Streghe buone, lei ne sono sicuro era una di quelle. Ed abbandonai in un batter d’occhio ogni genere di pregiudizio, di paura, tipici sentimenti di coloro che si tengono a critica distanza da quello che non conoscono, disprezzandolo.

Mi avvicinai alla vecchietta e le appoggiai una mano sulla spalla, dandole un conforto che probabilmente non aveva mai ricevuto. Lei mi sorrise grata, non per il conforto, evidentemente ciò che faceva da motore alla sua gratitudine era il sol fatto che qualcuno riuscisse a comprendere, dopo anni di silenzio e muta sofferenza, se non seriamente secoli.

«Se vuoi sfogarti, io ti ascolto.» Ero pronto, prontissimo a tutto. Ma soltanto per umanità. Niente altro. Non per curiosità, fame di conoscenza o per avere tra le mani una storia fantastica da raccontare, per vantarmi, al contrario, questa è la prima volta che ne parlo, come ho già detto.

Lei fu come se mi lesse nel pensiero, aveva ben nitide le mie intenzioni, magari non per le sue capacità extraumane, quanto piuttosto per aver sentito la mia sincera disponibilità, avendo recepito vibrazioni positive che certamente non le risultavano difficili da scindere.

«Erano altri tempi, in cui la religione cristiana non era l’unica ad essere praticata in Italia. La maggior parte dei credenti era ancora pagana, adoravano più Dèi, la Natura come madre di tutte le creature che adesso confondete con la Madonna di Gesù Cristo. Noi adoravamo la Grande Madre, noi della nostra religione, e gli Spiriti erano un tramite per acquisire potere, per comunicare con lei. Ma i nostri riti erano innocui, rendevamo unicamente omaggio alla nostra Dea, come fate voi adesso andando a messa, bevendo del vino rosso come simbolo del sangue del vostro Cristo. Non facevamo del male a nessuno, magari soltanto a noi stessi perché gli Spiriti per collaborare chiedono in cambio molta energia, non lo fanno gratuitamente, hanno fame di energia e per noi può diventare letale. La Chiesa ci riteneva dei Demoni, ma solo perché eravamo scomodi alla loro espansione, voleva conquistare il mondo, tutte le anime per poterle controllare, per avere da loro ciò che da sola non riusciva ad ottenere. Potere e denaro.»


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«Io non sono cattolico praticante» la interruppi, forse infastidito, «e nemmeno concepisco il periodo di terrore che hanno scatenato, ma forse ci credevano anche loro, forse era un estremismo come quello politico e dunque nocivo, che io condanno, però convinti della loro religione quanto lo eravate voi. In fondo erano umani, e per questo capaci di sbagliare.»

«Ma noi non abbiamo cercato di piegare il mondo ai nostri piedi, addirittura con la violenza, e la morte.»

Aveva ragione. «Non lo nego. Sono mortificato, forse è un qualcosa che ti fa molto male ricordare, ma io sono cresciuto attraverso un’educazione cristiana, con quel Dio sopra tutto e sopra tutti, sin dai primi anni di scuola, con l’obbligo del catechismo, e la mia forma mentis mi porta automaticamente a cercare attenuanti.» Avevo usato quel termine volutamente, in latino. Perché un anziano del posto non avrebbe inteso, salvo che non fosse acculturato ai livelli di un insegnante, e non lo era, od una persona che avesse vissuto ai tempi in cui si parlava latino, i loro stessi riti venivano declamati in latino, pertanto con una padronanza non indifferente. In pratica volevo un appiglio, una conferma, perché era anche probabile che quella vecchietta si fosse immedesimata così bene nel personaggio che le avevano costruito, da costruirsi lei stessa tutta una successione di ricordi e di nozioni, da crederci lei stessa. Non mentiva, questo era certo.

«Prendere possesso delle scuole, delle menti dei bambini, è stato il metodo più furbo e riuscito per mantenersi viva e potente, nonostante i secoli e nonostante le barbarie commesse dai tempi in cui hanno massacrato migliaia di Ebrei e di Musulmani a Gerusalemme.»

E qui si tornava alle Crociate. Che me la stesse facendo in barba e fosse stata sul serio un’insegnante? Oppure era semplice cultura di vita, avendole vissute da diretta testimone? Mi feci confuso.

«Ciascuna religione ha tentato di sopprimere l’altra. Competono, come nel mondo della politica sono tutti concorrenti.» Mentre riflettevo, mi conservavo neutrale per non esordire in qualche cosa di sbagliato.

«Per il bene di chi?»

«Beh…» Tentennai.

«Per il loro benessere od il nostro?» rincarò la vecchia, molto seriamente.

Non risposi, sapevo dove voleva condurmi ed in realtà lo aveva già fatto alla domanda precedente.

«Sei giovane e non ti hanno mai schiacciato. E non ti hanno mai perseguitato. Ho visto gente morire per la pressione delle tasse, ed ho visto gente morire per non aver creduto in un Dio che le era stato imposto. Ma se la politica può costringerti a svuotarti le tasche per un bene collettivo ed un servizio che comunque ti rende, che diritto ha un’organizzazione religiosa di ucciderti perché non segui le sue regole, se non credi nel suo Dio? Se il loro Dio predica pietà e tolleranza, Amore sopra ogni cosa, loro stessi dovrebbero essere i primi a farlo, a dare l’esempio, invece di massacrare persino dei bambini innocenti, o degli animali che non hanno nessuna coscienza, è il massimo della crudeltà. Qualsiasi Dio loro abbiano, o voi abbiate, dubito che questa fosse la sua volontà, se dall’alto dei suoi cieli è così immensamente misericordioso.»

E non replicai, non faceva una piega ed era inutile dissertare su cose ovvie.

«Io non ci credevo, fino alla fine credetti che fosse solo un avvertimento, una minaccia, non credevo che l’avrebbero uccisa realmente. E mi do colpa per questo, per non aver fatto il possibile per salvarla.»

© Christine Kaminski | Vietata la riproduzione senza consenso scritto

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