LA FABBRICA DEI SOGNI di Maria Letizia Amato

«Me ne ha parlato, Maestà, ne sono a conoscenza.»

«Perfetto, non ho altro da dirti. Ti auguro buona fortuna!»

Salutai la Regina Laila e fui accompagnata fuori dal castello. Appena uscita, m’infilai la collana al collo e, con il cuore in gola pronunciai la formula: «Collana fatata portami dalla tua padrona!»

Lo zircone s’illuminò e seguii la sua luce. Più andavo avanti, più la vegetazione si riduceva e non v’era segno di vita.

Finalmente, dopo ore di cammino, raggiunsi il castello di Zirconia. Era un castello nero con alte torri che svettavano in cima ad una collina ormai brulla, tutt’intorno era buio e il paesaggio era spettrale. Ero tremendamente spaventata, ma non potevo arrendermi, gli abitanti di Dreamland contavano su di me.

Mi feci coraggio e m’introdussi nel castello. All’interno era tutto costruito in pietra, non si distinguevano colori. Mi colpì molto il contrasto tra questo castello e quello della Regina Laila: quello della Regina era fatto di piante e fiori ed era gremito di colori e di vita, qui invece sembrava che la vita si fosse fermata.

Ero ancora assorta nei miei pensieri, quando due guardie mi avvistarono all’inizio del corridoio: erano due Folletti straordinariamente alti, dalla corporatura massiccia e con lo sguardo minaccioso, probabilmente Zirconia doveva aver fatto loro un incantesimo per renderli talmente sproporzionati, poiché di solito i Folletti sono creature di piccolissime ed armoniose dimensioni.

Le guardie mi squadrarono e uno di loro gracchiò: «C’è un’intrusa, dobbiamo portarla dalla padrona!»

Senza darmi il tempo di replicare, mi afferrarono per le braccia e mi trascinarono di peso fino ad una grande sala decorata con degli arazzi neri. In fondo alla stanza, c’era un trono di pietra sul quale era seduta una Fata con i capelli neri, la pelle chiara e gli occhi verdi. Sfoggiava un vestito nerissimo e lungo ed anche le sue ali erano trasparenti. Era Zirconia.

Rimasi a fissarla per qualche minuto, rapita dalla sua bellezza.


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Una delle due guardie si rivolse a lei ed annunciò: «Vi abbiamo portato un’intrusa, mia Signora!»

Lei mi fissò e ordinò: «Mettetela giù e andate via, inutili creature. Voglio rimanere sola con lei.»

«Agli ordini, mia Signora» s’inchinò la guardia.

Finalmente i Folletti mi mollarono le braccia e si dileguarono. A quel punto ebbi la consapevolezza che era arrivato il fatidico momento di fronteggiare Zirconia; ero terrorizzata perché non sapevo cosa aspettarmi, nulladimeno non lo diedi a vedere, non potevo perdere il controllo, le creature delle Fiabe credevano in me.

«Ti stavo aspettando, Maria Letizia» mi avvisò. «E so anche perché ti sei presentata al mio castello, ma sappi che non ti permetterò mai di portare a termine il tuo compito.»

«Devi smetterla di fare del male e restituire a Dreamland le sue sembianze originarie, facendola ritornare com’era prima, ricolma di gioia e Amore» asserii con voce ferma e sicura.

«E perché dovrei farlo?» controbatté lei in tono di sfida.

«Perché anche tu sei stata innamorata!» urlai con tutta la mia audacia.

A quelle parole la Fata divenne pallida e a sua volta tuonò: «Non osare pronunciare mai più queste parole! L’Amore non esiste!»

«Certo che esiste, esiste e tu lo sai perché lo hai provato, ma non vuoi più vederlo perché i tuoi sentimenti sono stati feriti e sei accecata dall’odio. La Regina Laila mi ha raccontato che un tempo eri una Fata buona, eri la Fata della Neve, mi ha raccontato inoltre che un giorno, quando ti recasti sulla Terra per far cadere la neve, incontrasti un uomo e te ne innamorasti. Anche lui era innamorato di te, e il non poterlo portare con te a Dreamland ti spezzò il cuore. È per questo che sei diventata cattiva, la tua cattiveria è una mera corazza dentro cui ti sei rinchiusa per non permettere più a nessuno di ferirti.»

Zirconia divenne furiosa e ribatté: «L’Amore è un sentimento ignobile! È come un sortilegio che domina la mente, è a causa sua se sono rimasta sola e chiunque mi ha voltato le spalle. Dopo aver incontrato quell’uomo, ero felice, il mio desiderio più grande era stare con lui per sempre, così richiesi alla Regina di poterlo portare con me, la addirittura supplicai, ma ella mi negò il permesso. Era questo il ringraziamento dopo anni di fedele servizio! Ero sconvolta, la mia vita non aveva più senso senza l’uomo che amavo. Abbandonai Dreamland, non riuscivo più a vivere lì, avevo bisogno di stare sola con il mio dolore; il mio obiettivo era la vendetta, ma non sapevo come attuarla, tenuto conto che i poteri di cui ero in possesso provenivano dalla Magia Bianca, ovvero incantesimi innocui che non possono provocare male a nessuno. Girovagai sulla Terra per molto tempo, sola e disperata, ma un giorno incontrai una Strega che era stata esiliata da Dreamland per essersi ribellata al volere della Regina: fu lei ad insegnarmi gli incantesimi di Magia Nera grazie ai quali ho potuto mettere in atto il mio piano di vendetta. In cambio del suo aiuto, mi fece promettere che, una volta avuta Dreamland sotto il mio potere, avrei abolito il suo esilio ed avrei ceduto a lei la metà dell’isola. Naturalmente accettai il patto, non avevo alternative, ed ho intenzione di mantenere la promessa. Ormai non manca molto, presto Dreamland sarà mia!»

Terminato quello sfogo, improvvisamente tornò calma e proseguì: «Ad ogni modo, volevo farti una proposta: se tu rinunciassi a questa tua sorta di crociata e diventassi mia alleata, potrei darti il privilegio di essere la Fata della Conoscenza ed assegnarti il potere di intendere qualunque linguaggio, umano e animale.»

Era proprio vero che sapeva tutto di me, sapeva che questo era il mio più grande desiderio. La Regina Laila mi aveva avvertita, non dovevo cedere.

«Mi dispiace, non posso accettare. I miei amici credono in me, non posso deluderli.»

A tale netto rifiuto Zirconia si fece nervosa. «Amici? Quali amici?»

«Le creature delle Fiabe» specificai fieramente.

Ella sghignazzò ancor più nervosa. «Quelle insulse creature ti stanno solamente usando. Appena avrai ottenuto quel che cercano, ti rispediranno sulla Terra senza neanche ringraziarti.»

Zirconia stava mentendo e lo sapevo, era solo un furbo metodo per indurmi a desistere.

«È falso» pertanto invalidai.

«Come fai ad esserne così sicura? Davvero vuoi rinunciare a questo potere? Potresti essere la Fata più potente di tutte!» strepitò lei infervorandosi ancora.

«E cosa me ne farei di questo potere se non avessi nessuno con cui condividerlo? Preferisco non essere potente ed avere amici, piuttosto che esserlo e restare sola; questo è quanto è successo a te, sei diventata molto potente, ma sei rimasta sola. Io non dubito dell’amicizia sincera che mi lega alle creature delle Fiabe perché i nostri cuori sono colmi d’Amore e d’affetto, sentimenti che danno vita all’amicizia e che, se ben ricordi, hai provato anche tu.»

Zirconia divenne nuovamente pallida.

Intuendo un ferace spiraglio, rapidamente integrai: «Tu non vuoi ricordare l’Amore che hai provato per paura di essere di nuovo sola. In realtà, la Regina Madre non voleva arrecarti un torto, la Regina Laila mi ha spiegato che lei non poteva accettare la tua richiesta perché ciò avrebbe comportato la fine di Dreamland: portare un Umano qualsiasi su quest’isola avrebbe attirato la curiosità di altri Uomini, soprattutto malvagi, che l’avrebbero trasformata in una metropoli. La Regina Madre provò a chiarirtelo, ma eri troppo innamorata per ascoltare. Ella ti amava e voleva solo proteggerti.»

© Christine Kaminski | Vietata la riproduzione senza consenso scritto

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