Il Principe dell’Amore

Un po’ sbalestrato il Principe aguzzò la vista e la osservò con cura. Trascorsero alcuni istanti e non ne ricavò nulla, poi un bagliore gli accese la mente. Si volse verso lo scrigno e poi di nuovo verso la Farfalla, intuendo che vi fosse una connessione fra loro.

Il punto chiave era “guardare”, ma evidentemente non con la vista. Forse con gli occhi del cuore? Era forse necessaria la forza dell’Amore, in questo frangente, come la Farfalla gli aveva detto che fosse? Aver fede nell’Amore, a dispetto delle apparenze? Allora egli pensò alle variegate forme dell’Amore, ai suoi innumerevoli volti… I volti. Ma si confuse ancora. Allora guardò la Farfalla ed in silenzio la interrogò. Non riusciva davvero a risolvere l’arcano.

La Farfalla Blu gli restituì uno sguardo contristato. «Purtroppo non posso aiutarvi, Principe. Ne va della mia vita.»

Nulladimeno, all’opposto, queste parole gli diedero la spinta alla comprensione: «Siete voi… siete voi la Principessa?» Non ebbe tempo di aggiungere alcunché che una folgore di luce penetrò nella stanza, colpendo dapprima la Farfalla e di seguito lo scrigno che in un rintocco si aprì.

E, mentre il Principe si era immobilizzato ad osservare quella suggestiva scena, a dir nulla ammaliante, la Farfalla gli piroettò intorno dalle caviglie sino alla testa circondandolo di una luce ancor più sfolgorante, emanante innumerevoli guizzi di luce bianca ed azzurrina e, prima di rientrare nello scrigno, si soffermò suadentemente delicata sulle sue labbra per baciarlo sulla bocca.

La Farfalla Blu era l’Anima della Principessa, costretta ad essere separata dal suo corpo sinché ella non avesse acconsentito ad accogliere come consorte il Cavaliere dell’Ombra Oscura. Un segreto che lei stessa non avrebbe mai potuto rivelare, pena la condanna ad una vita senza vita, come tutti gli abitanti del suo Regno. Dopo quel bacio ebbe la chiave per liberarsi dal sortilegio, il bacio di un’Anima nobile che avesse riconosciuto in essa la Principessa, il bacio del Vero Amore che può spezzare qualsiasi maledizione, e volteggiò sfrecciante per ricongiungersi al suo corpo.

Pian piano la Principessa dischiuse le palpebre, sollevandosi con il busto per mettersi seduta, piuttosto intorpidita, e fievolmente mosse la testa per dipingere un armonioso sorriso al Principe.

Il Principe era tuttora immobile in loco, combattuto tra sbalordimento e rapente estasi, o forse per giovarsi appieno di quell’incanto. Una Magia che a dispetto di una vita vissuta di Magia, non aveva mai veduto di cotale spettacolarità, così splendida e perfetta. E quando la Principessa si mostrò in tutta la sua incantata bellezza, egli non poté evitare di trattenere il respiro.

«La Fata…» mormorò, riconoscendo in un battito la fanciulla che aveva sempre spadroneggiato nei suoi sogni. E a rilento, sempre più estasiato, si avvicinò allo scrigno e l’aiutò ad uscirne.

«Qual è il vostro nome?» domandò l’eterea fanciulla.


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«Il mio nome è Stefan Del Sogno Splendente, per servirvi» professò il Principe, inchinandosi al suo cospetto.

«Il Sogno Splendente…» rifece lei, dal tono estasiato.

«È il nome della mia Casata.»

«Isabel Illumina Arcobaleno, ed io sono vostra, per sempre al vostro fianco» proclamò la Principessa, avvolgendogli delicata una mano per farlo levare in piedi.

«Quale miglior dono, mia fatata Principessa. Ma non posso accettare» ricusò il Principe, seppur a malincuore.

«Non desiderate che io vi porga la mia mano, illustre Principe?» La Principessa era interdetta, tale gesto eroico meritava questo e ben altro.

«Non fraintendete. Voi siete l’Amore. Ora finalmente lo vedo, vedo l’Amore e lo riconosco. E l’Amore non è dovuto, l’Amore nasce e vive in sé e per sé. Non può essere obbligato né imprigionato, dev’essere libero. Deve provenire dal cuore.»

La Principessa non ebbe parole, per siffatta nobiltà d’animo e di cuore che l’aveva stupendamente pervasa. «Io vi amo, Principe. Vi ho amato appena vi ho visto, tra quelle rose.» Sollevò un palmo e lo accarezzò teneramente sensuosa su di una guancia. «Ma forse avete ragione. Il vostro eroismo è il solo a prendere posto, ora, non lasciando spazio ai sentimenti più spontanei. Al vero Amore che alberga dentro di noi. Appena neonato, Esso ha bisogno di nutrirsi e di crescere, d’espandersi totalmente nei nostri cuori.»

«Dolci parole e del tutto giuste, mio venerato sogno realizzato» si inebriò il Principe. «Ed io, vi giuro, sono disposto ad attendere sino alla fine dei miei giorni.»

Cosicché, seppur immancabile il per sempre felici e contenti, questa favola non riscuote l’abituale finale di una qualunque favola che dà gioia e letizia ai bimbi, giacché è la Favola che non finisce e non finirà… è eterna, come eterno sarà il loro Amore, senza tempo e senza fine.

Il Principe non sposò la Principessa e nemmeno la portò nel suo Regno, ma al contrario affrontò una delle più ardue battaglie che avesse mai sostenuto. Corteggiare la Principessa, affinché ella cadesse in assoluto Amore ed in nome dell’Amore gli avrebbe concesso intero il suo cuore, senza obblighi né riconoscenza, né il minimo dubbio o ripensamento.

Ancora oggi il Principe si reca alla Corte dell’Arcobaleno per donarle se stesso ed i suoi fiori, la sua Magia e le sue sublimi parole d’Amore, dandole tempo e dandosi tempo per raggiungere il connubio perfetto, l’Agape bramato. E, la Principessa, or ora perdutamente innamorata del Principe, senza che forse egli immagini l’entità del suo sentimento per lui, purissimo come non mai, si bea delle sue galanti visite e del profumo dei suoi fiori, del desiderio inebriato dall’attesa, del soave profumo di Vita che il Principe le ha regalato, il suo adoratissimo Stefan del suo sogno splendente.

E il Cavaliere? Il Cavaliere Senza Testa restò corporeo e divenne una perduta Anima errante che tuttora vaga per il mondo, senza pensiero e senza coscienza, che di tanto in tanto stende il suo velo oscuro nei cuori degli sfiduciati e dei disperati. Ma, puntualmente, giunge in soccorso il Principe con i suoi Sogni e le sue Speranze, in sella al suo niveo cavallo alato ricevuto in dono dagli Dèi, per aver salvato tutte le Anime del mondo.

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© Christine Kaminski | Vietata la riproduzione senza consenso scritto

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