Il Principe dell’Amore

«Vedete» continuò la Farfalla «mi ero nascosta tra i petali per paura che le vostre sembianze non fossero reali, ho dovuto osservarvi con attenzione per riceverne certezza. Io sono una delle poche Anime ad essere scampata alla sanguinaria invasione dell’Armata delle Ombre. In molti sono periti durante la lotta per proteggere i Reggenti dalla conquista del nostro Regno e, ahimè, ciò non è purtroppo servito. Tante Anime sono state imprigionate per poterne estrarre aura ed essenza e le Anime sopravvissute sono fuggite nei Regni vicini. Il Re e la Regina sono stati destinati al capestro e la nostra Principessa fatta prigioniera, dacché il Cavaliere dell’Ombra Oscura se n’è invaghito e vuole farla sua. Terribile! Sarebbe la fine… in quanto la Principessa dei Sette Colori detiene le chiavi del Regno, come erede del Regno dell’Arcobaleno, e sarebbe costretta a cederle al suo consorte, semmai dovessero maritarsi.»

«Sarebbe davvero terribile» confermò il Principe, assai preoccupato. «Se il Cavaliere dell’Ombra Oscura s’impossessasse del Regno dell’Arcobaleno, il mondo sarebbe privato dei suoi colori…»

«…e senza colori non vivrebbe neanche il Regno dei Sogni» finì la Farfalla tristemente.

«Senza dubbio, il nostro Regno non sopravvivrebbe» confermò ancora, mentre la tribolazione s’inalberava sul suo volto improvvisamente di pietra.

«Come fare, mio onoratissimo Principe?» lo implorò la leggiadra creatura, posandosi vaporosamente sul palmo della mano che il Principe aveva teso verso di essa.

«Radunerò il mio esercito, non c’è un istante da perdere» egli asseverò, memore del suo drammatico lutto e la rabbia era salita ad aggredirlo procace.

«Non ritengo sia così semplice» si angosciò la Farfalla Blu.

«Cosa intendete dire.» Il Principe si stupì, dacché l’unico modo per salvare il loro Regno ed il suo era di distruggere il Cavaliere con tutta la sua Armata.

«Occorre astuzia e lungimiranza, e soprattutto Magia, ma una Magia potente» chiarificò con un sospiro. «Il Cavaliere è anche un potentissimo Mago che si dissolve sotto mutevoli forme nell’aria. Non è sovente visibile ed è difficile individuarlo, fa uso di incantesimi dell’ombra per occultarsi ed occultare le sue guardie, così come i suoi Maghi Neri che hanno un’incredibile padronanza della Magia Nera che sembra essersi piegata al loro volere. Ecco perché sono volata subito da voi, perché la vostra Corte conosce al dettaglio sortilegi che potrebbero sconfiggerlo. Sortilegi del Bene, Luce Bianca e forza dell’Amore, l’unica cosa a questo mondo che possa annientare il Male. Soltanto voi, con il vostro buon cuore e la potenza dei vostri sogni, potete salvare le nostre Anime.»

«D’accordo, interpellerò immediatamente i Maghi di Corte e studieranno un piano per ricacciarli all’inferno.»


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La Farfalla gli sorrise grata ed il Principe s’incamminò istantaneamente verso il Palazzo di Vetro, adiacente al suo Castello, residenza della Gilda dei Maghi e l’Accademia della Confraternita degli Stregoni Celesti.

«Sua Maestà è molto generoso e ottimista» esordì il Primo Mago dell’Arcata Lucente quando il Principe gli espose la vicenda. «Disgraziatamente però, la nostra Magia non è mai stata impiegata per combattere e colerebbe a picco in un barbaglio. Noi costruiamo sogni, regaliamo felicità e benessere ai cuori, non possediamo mezzi atti a contrastare il Maligno e non siamo pronti per dare battaglia ad uno dei più crudeli esseri che abbiano mai popolato questa Terra. Noi periremo e perirete anche voi, assieme al vostro Regno.»

«Non esiste altra via. È necessario agire, e senza indugio» si oppose il Principe, il quale percepiva dentro di sé un’indefinibile sensazione. O forse una voce, una voce che prorompente gli urlava di non rinunciare, di non arrendersi.

«Al vostro servizio» s’inchinò il Mago, non potendo disobbedire all’ordine. Avvisato dei rischi, era sempre il Principe ad avere l’ultima parola. Vetusto e sfibrato dal dolore, il vecchio Re aveva lasciato tutto nelle mani del suo erede e non avrebbe avuto comunque voce in capitolo.

La Gilda si mise subito al lavoro e dopo pochissime lune aveva già qualcosa per il Principe. Le condizioni però erano pessime. Infatti, dopo parecchi studi e tanto peregrinare nelle lunghe e labirintiche biblioteche del Palazzo, insieme all’aiuto dell’Ordine delle Streghe Senza Nome, un Ordine neutro che si trovava al disopra della dicotomia tra Bene e Male, si scoprì che distruggendo la volontà del Cavaliere, in automatico sarebbe svanita la sua Armata e con essa la Congrega e tutti gli incantesimi e sortilegi da costui lanciati.

Il Principe però doveva essere solo. Né soldati né esercito dovevano accompagnarlo in questa battaglia, nessuno… il rischio era troppo alto, stante il fatto che le spie del Cavaliere erano sparse dappertutto, mimetizzate ovunque in forma d’ombra, tra gli alberi, sotto i sassi, finanche nell’aria che circondava i suoi domini. E, con ciò, non gli sarebbe stato concesso nemmeno di attraversare il confine del Regno dell’Arcobaleno, e il poter dunque raggiungere il Cavaliere per fronteggiarlo.

© Christine Kaminski | Vietata la riproduzione senza consenso scritto

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