AZZURRINA di Marisagi

Lia, dopo i primi momenti estatici, comincia a sentirsi stanca e infreddolita. È stordita da tutti quei singolari eventi ed è anche preoccupata: pensa alla mamma, ai fratelli, al papà, ed intuisce che la sua amica è sovrastata dalla pericolosa frenesia di ritornare nel suo mondo, dal Popolo Alato, dai suoi genitori, dimentica di ogni cosa, persino di Lia avvinghiata a lei. Con dolcezza le adagia una mano sul volto e le chiede di riportarla indietro; la Fatina la guarda con occhi tristi ma senza obiettare accoglie la sua preghiera.

Sì, Azzurrina sta cercando il suo mondo, lo desidera tanto, ma appena avverte l’angoscia della bimba non esita un istante e la riporta nella sua camera, proprio vicino alla gabbietta e lei dentro, di nuovo uccello, come prima, come sempre.

D’un tratto si apre la porta ed entra la mamma. «Non vuoi cenare? Non pensare ai tuoi fratelli. A te è piaciuto questo regalo e ne devi essere contenta. Poi di là ci sono altre cosette per te. Vieni.»

Lia segue la sua mamma che l’abbraccia teneramente e nel contempo riflette sulle parole di Azzurrina: «Quanta nostalgia ho dei miei genitori e della mia famiglia.» Lei si è allontanata per pochi minuti ed ha sentito all’immediato la mancanza della sua famiglia, quanto dolore deve provare la Fatina che è lontana dal suo mondo da tanti anni, sempre in gabbia, sempre sola…

Quanti regali trova Lia in cucina, quanto affetto riceve dai suoi cari, i fratelli la prendono sempre in giro ma sono tanto amorevoli. Cosa sarebbe la vita senza di loro? E loro, cosa farebbero se Lia scomparisse?

Dopo cena Lia torna pensierosa nella sua cameretta, si siede vicino alla gabbietta ed apre la porticina. Azzurrina di volata esce, batte le ali e ritorna Fatina; vede Lia abbattuta e le domanda come mai è così triste. La bimba è combattuta, non vorrebbe parlare ma alla fine il suo buon cuore prevale sull’egoismo.

«Non sono io ad essere triste, ma tu» risponde pertanto «perché sei lontana dalla tua famiglia da troppo tempo. Non so perché oggi, con me, sei ritornata Fatina, forse perché una bimba ti ha trasformata in uccellino e un’altra bimba, ascoltando la tua voce e liberandoti, ha spezzato l’incantesimo. È arrivato per te il momento di ritornare a casa. Appena ti ho conosciuta ho pensato, o piuttosto, ho sperato di aver trovato un’amica ma non voglio averla comportandomi come coloro che ti hanno tenuta prigioniera. Sei libera, Azzurrina, vai nel tuo Mondo Alato, vai dalla tua famiglia che certamente soffre senza di te come soffrirebbero i miei se io sparissi. Ti chiedo però di lasciarmi nella gabbia una pappagallina azzurra come te, che mi faccia compagnia e che possa darmi l’illusione che sei tu. Non dimenticarti subito di me e, di tanto in tanto, vienimi a trovare; siamo state insieme poche ore, eppure so che sto perdendo un’amica e ne provo tanto dispiacere, ma allo stesso tempo se non ti restituissi la libertà non me lo perdonerei mai.»

Azzurrina, commossa, abbraccia la bimba senza parlare.

Improvvisamente ecco la stanza cambiare aspetto, appaiono alberi, prati in fiore e ruscelli e tanti esseri alati, bellissimi, dalle vesti brillanti e con i capelli color dell’oro: vi sono donne, uomini, bambini, tutti che ridono e abbracciano e baciano Azzurrina, e poi abbracciano e baciano Lia e la ringraziano, poiché quel gesto d’Amore ha liberato la loro Fatina dall’incantesimo ed ora lei potrà tornare nel suo mondo. Lia è inebetita e imbambolata, osserva la sua stanza talmente luminosa e diversa e quegli esseri così belli, così maestosi e alteri.

Dal gruppo si divide una Fata, la più bella e la più sfolgorante, si avvicina a Lia e le parla con una voce carezzevole e dolce: «Ti ringrazio, Lia, devi avere tanto Amore nel tuo cuore, solo in questa maniera hai potuto capire il dolore di mia figlia ed il nostro. Avevi ragione, concedendole la libertà hai potuto spezzare l’incantesimo, e noi potremo finalmente riportarla a casa, nel mondo a cui appartiene. Il mio cuore trabocca di gioia e vorrei offrirti un dono: io ti lascerò un uccellino, come avevi richiesto, però è un uccellino speciale, abbine cura, e quando sarai molto triste, se avrai bisogno di aiuto o di un’amica che ti conforti dillo alla nuova Azzurrina e lei ce lo riferirà; e, stanne certa, in modi a volte impensabili, riceverai aiuto e conforto perché in futuro non potrai più vederci fisicamente. Il Popolo Alato non dimentica chi fa del bene e noi non dimenticheremo di certo chi ha fatto tornare la nostra piccola a casa. Il tuo desiderio verrà esaudito, non perderai la tua amica, se non riconoscerai Azzurrina dall’aspetto la riconoscerai dal suo cuore.»


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Non appena la Fata dolcissima e celestiale finisce di parlare abbraccia Lia e la bacia, Azzurrina fa altrettanto, successivamente tutti svaniscono e la stanza ritorna ad essere piccola e buia. Lia aspetta qualche attimo per constatare se sono andati veramente via, spera proprio di no, ma allorché accende la luce e si guarda intorno ravvisa che è la solita minuscola stanza di sempre.

Si avvicina alla gabbietta e all’interno c’è una pappagallina azzurra, ma non quella comprata al mercato, Lia ne è sicura. Ha gli stessi colori ma non è lei.

Con un sospiro addossa la testa sulla gabbia, già sente la mancanza della vera Azzurrina. Lei aveva qualcosa di speciale, forse il modo di battere le ali, di guardare, questa no, questa è una normale pappagallina che sta pigramente sul suo trespolo, il capino mezzo nascosto tra le ali, con l’evidente desiderio di sonnecchiare. Non ha nulla della forza prorompente della Fatina che, soltanto poco tempo prima, danzava e trillava per la stanza.

È tanto demoralizzata, vorrebbe piangere e ne avrebbe motivo. In fondo è solo una bimba che per pochi momenti ha vissuto in un mondo di Fate e ora si ritrova sola ed avvilita, privata volontariamente di una vita da sogno che avrebbe potuto avere con la sua Azzurrina.

Dopo, però, si rende conto che per Azzurrina non sarebbe stata la stessa cosa, che per la Fatina sarebbe stata un tormento la vita insieme a lei.

Sospira e guarda negli occhietti la pappagallina che, mezza assonnata, ricambia, distratta, il suo sguardo e poi… batte le ali e le fa l’occhiolino!


© Christine Kaminski | Vietata la riproduzione senza consenso scritto

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