Faith
è una giovane donna che si appresta ad uscire dalla sua travagliata
adolescenza, a sporgersi duramente nel mondo degli adulti. Ella infatti
non vive in modo sereno il suo ambito familiare, all’inverso, in
quanto esso è pilotato da segreti e da situazioni assai poco chiare,
tanti problemi e coercizioni che la inducono a dare un taglio netto alla
sua esistenza, nonostante l’aiuto e la disponibilità espletata
da un educatore del liceo che frequenta, il quale prende la sua situazione
molto a cuore e le tende un’amorevole mano, una concreta mano che
rappresenta per lei un altrettanto concreto spiraglio di luce, per poter
volgersi ad una perenne estate, una nuova prospettiva di vita apparentemente
rosea.
Ed è forse anche per questo, per le sue crollate speranze, per
quell’uomo che come in un conclusivo tramonto autunnale lei non
vede più come una possibilità di salvezza, alla fine sceglie
se stessa, di non addentrarsi in un gelido inverno, antepone se stessa
alle esigenze altrui e non sbaglia, poiché è probabile che
non agendo in base a tale criterio, non dandosi forza per venir fuori
da questa sua critica condizione, avrebbe finanche rischiato la sua incolumità.
Non sarà comunque facile camminare su quella nuova strada, sulla
strada della vita, ma in compenso potrà vivere, e quando giungerà
alla resa dei conti, dopo anni ed anni di onerosi sacrifici e di duro
lavoro su se stessa, di nuovo tutto cambierà, farà alfine
chiarezza con se stessa e con gli altri, con il passato, scoprirà
degli elementi in esso che non avrebbe mai sperato, forse splendidi, anche
se alcuni tragici, tuttavia con questa tanto agognata chiarezza riscoprirà
il valore della bellezza in tutte le cose, nella vita e nelle persone,
e sarà un epilogo che le ridarà, o meglio, donerà
l’opportunità di essere finalmente felice.
Non più rose nere nella sua vita, ma una splendida, unica rosa
gialla. Simbolo della sua “estate”, della sua perenne felicità. |